Degustiamo insieme un vino bianco tipico di una zona particolare del Piemonte, il Canavese. Siamo nella provincia di Torino, zona di laghi ai piedi della collina morenica della Serra e non distanti dalle montagne della Valle d’Aosta. È qui che nasce l’Erbaluce.
Scopriamo insieme il Ramblè della Cantina della Serra
L’Erbaluce è un vitigno autoctono di questa zona del Piemonte. Ci troviamo a Piverone, a cavallo tra le province di Biella e Torino, esattamente sopra il Lago di Viverone. Proprio il clima lacustre è fondamentale per la nascita e la crescita di queste uve, che qui riescono a dare il meglio di sè.
La Cantina Sociale della Serra, dove più precisamente ci troviamo, ha un passato glorioso, tra i suoi fondatori si può infatti trovare anche Adriano Olivetti, colonna portante della cultura e dell’industria canavesane.
Oggi tra i vini della Cantina assaggiamo l’Erbaluce Ramblè, del 2019 biologico con 12°. Il colore è il classico giallo paglierino, qui però bello intenso, caldo e definito.
I profumi sono una delle cose più interessanti che colpiscono appena aperta la bottiglia, una cosa è chiara immediatamente, il sentore di agrumi (dopotutto qui vicino c’è il Carnevale di Ivrea e di agrumi se ne intendono!), specialmente il cedro con la sua coda quasi balsamica. Ecco, se non avete presente cosa sia il cedro e che profumo abbia, pensate alla vostra infanzia e alle bottiglie di cedrate, anche se qui è tutta un’altra cosa!
In bocca resta il ricordo del cedro, chiaro e persistente. È un vino bianco secco, perfetto se apprezzate i bianchi di questo tipo. L’acidità non è indifferente, ecco perché conviene bere annate non troppo recenti, in questo caso con un anno e 1/2 tra affinamento e permanenza in bottiglia, inizia a esprimere al meglio tutto il suo potenziale. È allo stesso tempo un vino molto longevo, che sa aspettare anche 4 o 5 anni. Non dimentichiamoci che l’Erbaluce è uno dei vini con cui si produce il Passito, la cui durata è pressoché eterna.
Con cosa bere l’Erbaluce
L’Erbaluce, come tutti i bianchi, mette in scena una love story perfetta con il pesce. Diventa ottimo con classici piatti come branzini e orate al forno o paste a base di crostacei, ma sa accompagnarsi anche con preparazioni più corpose e pesci decisamente più grassi. Qualche esempio? Perché no a un salmone o magari ancora a dell’anguilla, altrimenti facendo un viaggio incrociato Piemonte – Toscana con un cacciucco alla livornese. Puntando all’estero un piatto di moules-marinier, il classico piatto della tradizione franco-belga di cozze, cucinate con burro e scalogno. Qui la parte grassa e corposa del burro e quella sapida delle cozze, trovano il giusto bilanciamento con un vino piacevolmente secco e agrumato.
Per assaggiare l’Erbaluce Ramblè della Cantina della Serra potete cliccare qui.
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